Chiara a soli 29 anni, era la titolare di un ristorante, che gestiva con impegno, sacrificio e dedizione da circa 5 anni. Il suo ruolo da imprenditrice, la teneva impegnata costantemente, praticamente 7 giorni su 7, lasciandole zero tempo libero per dedicarsi alla sua vita al di fuori del ristorante. Le sue frequentazioni si erano ormai ridotte ai suoi parenti più stretti e ad un’amica che vedeva ogni tanto per un caffè. Con le uscite serali ormai sparite, e la giornata passata interamente al ristorante, anche la sua vita sessuale era diventata come quella di una monaca. Eppure, non era affatto una brutta ragazza Chiara, anzi. Pur non essendo molto alta, Chiara aveva un fisico e un viso aggraziati. Un piccolo seno sodo di cui spesso, non indossando il reggiseno a lavoro ne mostrava la forma e i capezzoli, specie quando questi si inturgidivano per il freddo o quando, come in quel caso, la giovane si toglieva la maglia, restando in canottiera per non morire di caldo.
Era perfettamente cosciente di attirare le attenzioni del cameriere, Daniele, del resto non è che il ragazzo avesse una scelta tanto ampia su cui posare lo sguardo. Lui aveva 19 anni e lavorava per lei da circa 1 anno. Era stata la sua prima esperienza da cameriere ma grazie all’aiuto della sua titolare, Daniele aveva ormai preso confidenza col mestiere e si trovava bene anche con gli altri componenti dello staff. Lei, qualche volta, quando tirava su il capo o si stiracchiava per qualche secondo, incrociava lo sguardo del cameriere e gli sorrideva. Lui diventava rosso, all’istante e, anche se solo per un’occhiata, gli veniva su duro, gonfiandogli in maniera evidente i jeans.  A Chiara faceva piacere la reazione che provocava, ma non lo dava tanto a vedere a Daniele, nonostante il buon rapporto e l’amicizia che c’era con lui. Ma non poteva nascondere che la cosa la eccitava un po’. Sapere che bastava uno sguardo per far diventare duro un cazzo, non era da tutte ed essere desiderata a tal punto, le piaceva. Anche perché era davvero molto tempo che non aveva una storia, e peggio ancora un rapporto sessuale. La cosa stava cominciando ad essere insopportabile. Lei era giovane, e per quanto non ci pensasse e sembrava che non lo desiderasse, sempre più le sue pulsioni sessuali si facevano pressanti. Sempre più spesso si ritrovava le mutandine bagnate, oppure senza rendersene conto, si ritrovava ad osservava gli uomini fantasticando su scene di sesso. Il corpo le stava chiaramente dicendo che aveva bisogno di essere scopata, e di sentire la sensazione di un cazzo nella fica dopo 2 lunghissimi anni.
Al lavoro però era un’altra cosa. Aveva sempre voluto evitare di creare situazioni intime, con i suoi colleghi, perché la cosa non avrebbe fatto bene all’ambiente lavorativo e per lei il lavoro era la cosa più importante. Mai avrebbe potuto accettare di avere una storia con qualcuno del suo staff.

Quel giorno al ristorante era stato molto impegnativo per tutti. Un pranzo con quasi 60 persone si era protratto fino alle 16, e tutti erano rimasti più del solito per sistemare la sala e riprepararsi per il servizio della cena. Chiara, da brava e gentile imprenditrice, aveva mandato tutti a casa quando ormai la sala e la cucina erano quasi del tutto sistemati. Ci avrebbe pensato lei a chiudere. Tutti erano andati via, tranne Daniele che si era proposto di aiutarla fino all’ultimo.
Daniele quel giorno aveva osato più del solito, strusciandosi spesso contro Chiara che di solito non protestava mai. Il fatto di essere rimasti soli nel ristorante, faceva sentire Daniele particolarmente eccitato, soprattutto perché oggi Chiara gli aveva sorriso quando lui le era passato dietro, facendogli sentire il cazzo contro il culo. Forse era questa l’occasione giusta per provarci con Chiara. Forse lei aspettava una mossa da parte sua. Lei non scopava da una vita, e magari si sarebbe subito eccitata, se lui ci avesse provato. Doveva solo mostrarsi determinato, prendere l’iniziativa. Chiara gli dava le spalle, piegata a pecora sopra i fornelli. I leggings attillatissimi le mettevano in risalto il culo mostrando chiaramente che portava un tanga. Daniele sentiva il cazzo duro spingere nei pantaloni. Stava esplodendo dalla voglia. Da troppo tempo voleva scoparsi la sua boss. “Ti do una mano” utilizzò questa inutile scusa per appoggiarsi a lei, e spingerle il cazzo duro contro il culo. Glielo struscio e glielo spinse per bene, contro il culo, facendole sentire clamorosamente il cazzo eretto spingerle contro le natiche. Daniele si rendeva conto che stava oltrepassando i limiti, ma l’eccitazione stava cominciando a fargli perdere il controllo. Chiara altre volte aveva concesso queste confidenze, ma Daniele non si era mai spinto così oltre. Ad ogni modo lo lasciò fare, credendo che Daniele si sarebbe fermato lì. Ma Daniele continuò, prese coraggio e avvicinò le labbra al collo della sua titolare, baciandola, mentre con una mano, le palpò il seno. Chiara girò la testa verso di lui di scatto: “Ehi?! Che cazzo ti sei messo in testa? Adesso stai esagerando”. Ma Daniele, pieno di coraggio continuò imperterrito a spingere il cazzo contro il culo, e a tastarle il seno.

“Ti voglio Chiara…” sussurrò Daniele che riprese a baciare il collo della sua titolare.

“Adesso basta! Togliti o mi fai davvero incazzare”

“Dai Chiara, lo so che anche tu vuoi che ti scopi. Quante volte ti sei fatta strusciare il cazzo contro il culo, mentre passavo dietro di te, e tu non mi hai mai detto niente.” Chiara cercava di divincolarsi, ma Daniele la teneva bloccata.

 “Oh ma mi lasci?! Ma che cazzo dici?!”Tentò di nuovo di liberarsi con più energia, e stavolta Daniele la lasciò andare improvvisamente, facendo però perdere l’equilibro a Chiara che cadde per terra, con le ginocchia e mettendo le mani sul pavimento. Daniele ebbe un istante di preoccupazione per Chiara, ma dopo aver visto che non si era fatta male, restò ad osservare il suo capo messa sul pavimento a pecora.  Il pantalone adesso era completamente aderente alle natiche messe a novanta, la sottile striscia di tanga si distingueva chiaramente sotto il tessuto del pantalone.

“Cazzo Daniele, aiutami ad alzarmi, non restare a guardarmi che mi hai già fatto incazzare abbastanza”

Ma Daniele non si mosse, perché continuava a fissare quel culo tondo messo a 90. L’eccitazione gli stava facendo perdere il controllo. Vedendo che il suo cameriere non l’aiutava, Chiara provò a tirarsi su con difficoltà, e con rabbia urlò: “Sei un coglione Daniele!” A quelle parole, Daniele venne preso da un impeto di lussuriosa rabbia: mise un piede sulla gamba destra piegata di Chiara e una mano contro la sua schiena, rimettendola a pecora e impedendole di rialzarsi.

“Ahia. Ma che cazzo fai? Ma sei completamente impazzito! Se non la smetti subito ti licenzio, coglione!

“Quegli insulti e la minaccia del licenziamento, fecero rendere conto a Daniele che aveva superato il limite. Poteva ancora fermarsi e cercare di rimediare, oppure spingersi oltre e prova e a scoparsi la sua titolare. Daniele scrutò ancora quel corpo sotto di lui, così erotico e allo stesso tempo indifeso. Daniele prese la sua decisione. Chiara si sentì afferrare il lembo dei suoi leggings, e prima che potesse accorgersene, Daniele glieli abbassò con violenza. Il culo nudo a 90 della sua titolare era adesso di fronte la sua faccia. Un culo tondo e sodo, incorniciato da un tanga celeste che risaltava ancora di più quelle natiche, coprendo a malapena l’ano e la fica della ragazza. “Fermo stronzo! Sei pazzo!” Chiara riprese a dimenarsi, ma il piede di lui che spingeva sulla sua gamba piegata, le impediva di rialzarsi. Le parole della sua titolare, non lo toccarono minimamente, perché Daniele era fuori controllo ed eccitato, e anzi la vista di quel culo, peggiorò ancora le cose. Con violenza le strappò via il tanga, avvicinò il viso e ammirò da vicino la fica di Chiara, per tanto tempo aveva desiderato vedere e scopare. Adesso ce l’aveva davanti. Mentre con un piede continuava a tenere bloccata la gamba di Chiara, con le mani afferrò quelle natiche tondo, affondando le mani nella carne.

“Noo… adesso basta! Se non ti fermi ti denuncio stronzo. Fermo!” 

Le mani di Daniele allargarono le natiche, e la sua lingua prese a leccare quella desiderata fica. Chiara urlò e cercò di rialzarsi, ma non era in grado di rialzarsi, così messa pecora sul pavimento sentì la lingua del suo cameriere, che prese a esplorarle la fica. Dopo 2 lunghissimi anni qualcuno le stava toccando la figa. Era una sensazione che il suo corpo non provava da tantissimo. Sentì quella lingua che le scavava dentro, poi passava sopra e sotto sulle piccole labbra, soffermandosi poi sul clitoride, che si stava già indurendo. Daniele leccava quella fica come un assetato. Il cazzo gli stava esplodendo nei pantaloni, mentre con le mani continuava a maneggiare e aprire quelle natiche.

“Aaahhh… fermo…” Chiara continuava a opporsi a quell’abuso, ma la sua fica stava riprendendo vita. La sua fica stava rigodendo come non faceva da ormai troppo tempo. Daniele si concentrò a leccare il clitoride, infilando un dito nella vagina. Quelle labbra erano strettissime, come quelle di una verginella. Chiara gemette, sentendo quel dito che s’insinuava nella sua passerina. Quella passerina che aveva quasi orgogliosamente tenuto lontano dagli uomini, per così tanto tempo, adesso veniva violata dalle dita del suo cameriere, che le stava leccando furiosamente il clitoride, mentre col dito stava cominciando a muoversi dentro e fuori.

Thomas T.

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