Gabriella è una ragazza di 26 anni, capelli castani, occhi verdi, e un culo piccolo e sodo. È fidanzata da cinque anni con Bruno, con cui ha iniziato a convivere da un anno. Teresa, un’amica coetanea di Gabriella, è una tipa spregiudicata, furba, priva di scrupoli, e con il pensiero fisso ad una cosa sola: i soldi. Dopo aver tentato e provato diversi modi per far soldi, resasi conto che lavorare onestamente è qualcosa di troppo faticoso per lei, ha trovato qualcosa che la fa guadagnare facilmente. È entrata in contatto con una serie di fotografi, disposti a pagare per trovare delle ragazze da fotografare. La caratteristica di questi fotografi, è che essendo dei depravati, tentano di scoparsi quasi tutte le modelle che entrano nei loro studi. Teresa molto spesso guadagna dei soldi presentando sue conoscenti a questi fotografi. L’ultima ragazza che ha presentato ad uno di questi fotografi, avendo la necessità di guadagnare dei soldi, è la sua amica Gabriella.

Gabriella strinse la mano a Marco abbozzando un sorriso di cortesia, e subito il fotografo la tirò a sé per baciarla calorosamente. Era la prima volta che la vedeva dal vivo. Si erano scambiati solo dei messaggi, in cui il fotografo le aveva detto che una grossa azienda cercava la nuova modella per il suo spot nazionale, e Gabriella, a detta del fotografo era la ragazza giusta, per essere scelta da questa grande azienda: per Gabriella c’era la possibilità di guadagnare tanti soldi.

La ragazza, dopo un po’ di titubanza, era stata convinta ad andare in studio per una sessione fotografica. Era appena arrivata nello studio, e si muoveva e parlava non completamente a suo agio, sola con quell’uomo più grande di lei, a cui aveva inviato le sue foto seminuda, con cui ora si apprestava a fare altre foto, necessarie a detta di Marco, per l’ultima selezione che stava facendo l’azienda intenzionata a farle il contratto. Era tutto molto imbarazzante per lei, e mai avrebbe accettato di fare una cosa simile ma, come Marco le aveva fatto notare più volte, questa era una grande occasione e bisognava sfruttarla, mettendo da parte inutili pudori, e lei si era convita. Appena Marco vide la ragazza entrare nel suo studio, realizzò che la bugia del contratto per la grande azienda, stava funzionando. A giudicarla da come si era presentata nel suo studio, jeans e felpa, era chiaro che Gabriella fosse una di quelle ragazze che scopavano poco; di quelle che nonostante siano giovani e carine, avevano l’indole da suora mancata. Una tipologia difficile da scoparsi, ma che con la giusta motivazione (i soldi) era già riuscito a spingerla fin nella tana della volpe.

“Allora Gabry, finalmente la mia modella preferita mi ha raggiunto nello studio.” disse Marco, provocando un leggero rossore sul viso della modella.

“Stai benissimo. Posso offrirti da bere? Birra, vino, Champagne?” “Non prendo nulla. Grazie.”

“Daii non farti pregare. Dobbiamo fare un brindisi di buon augurio.”

“No, davvero sono apposto. Come se avessi accettato.” 

“Ma suu, non fare la bambina. È cosi che si usa quando si è in procinto di firmare un grosso contratto, come stai per fare tu” e cosi dicendo fece un occhiolino, che stimolò un piccolo sorriso di soddisfazione a Gabriella.

“Vado qui nell’altra stanza dove ho il frigo.” senza ascoltare la risposta Marco uscì dalla sala foto, e tornò con la birra già versata.

 “All’inizio della tua carriera. Cincin.” Gabriella bevve diversi sorsi, accortasi del gran caldo che faceva lì.

“Allora Gabry, ormai ci siamo. Quel mio amico che lavora in azienda mi ha detto che hai superato le prime selezioni, e ora l’azienda sceglierà tra te e un’altra ragazza. Quindi, si può dire che è quasi fatta. Poi lui è un amico e la sua opinione è molto influente per scegliere la modella, quindi.”

“Beh? Cos’è quella faccia? Sei contenta o no?”

” Ma si certo. Però non è ancora detta, insomma. E poi non mi hai ancora detto di che azienda stiamo parlando.”

“Si hai ragione, in realtà non potrei dirtelo neanche ora, ma visto che ormai siamo entrati in confidenza, posso dirtelo: l’azienda è Int*m***imi!”

“Ah…” fu la reazione di Gabriella non del tutto felicissima. “Tutto qua la tua reazione?! Qui parliamo di un’azienda grossa, coi soldi.””Si, ma non pensavo fosse un’azienda d’intimo…”

” A te non deve cambiare nulla. La modella è così che ragiona. A te devono interessare solo questi” e il fotografo fece il gesto di sfregarsi l’indice col pollice. “Chiaro Gabriella?”

La ragazza si risentì un po’ di quel gesto così grezzo, ma annuì.

“Bene. Iniziamo. Lì sulla poltrona, dietro il separé c’è tutto quello che indosserai oggi. “Gabriella, a passo un po’ incerto, si mosse verso il separé, e guardando oltre vide la poltrona su cui erano ordinatamente poggiati articoli d’intimo che lei non aveva mai indossato: autoreggenti nere, body in pizzo, tanga rosso, perizoma, un reggiseno nero con strani lacci. Gabriella si girò di scatto verso Marco “E io dovrei mettere questa roba?”

“Devi metterla, non, dovresti.” “Adesso fai la brava e ubbidisci.”

“Ma che razza di modi sono questi? Ubbidisci a me non lo dici. Chiaro!?” La ragazza era visibilmente alterata e Marco si rese conto che doveva stare ancora attento a come si comportava. Non era ancora il momento.

“Ti chiedo scusa Gabry, non volevo essere scortese. Dimentico che per te è la prima esperienza da modella e che le cose vanno affrontate con calma e senza metterti fretta. Senti, voglio venirti incontro. Siccome è indispensabile fare le foto con quell’intimo, scatterò le foto senza inquadrarti il viso. Loro vogliono vedere come stai con i loro prodotti quindi il viso, per adesso non serve. Ok?”

Gabriella acconsentì alla proposta. L’idea di non farsi inquadrare il viso la tranquillizzava anche se stava cominciando a sentirsi strana. Forse doveva essere quella nuova situazione per lei a crearle tale disagio.

Marco si avvicinò e le indico gli indumenti da indossare per iniziare. Gabriella si spogliò dietro il separé. E poi quando fu pronta uscì rossa in viso, per l’imbarazzo di apparire vestita con quell’intimo così osé per i suoi standard.

Alla vista di Marco, la ragazza ora era davvero arrapante: appariva slanciata, grazie a dei tacchi di almeno 12cm. Le gambe erano fasciate da autoreggenti nere, che lasciavano una succulenta porzione di gamba scoperta, prima di arrivare al perizoma, color carne, completamente trasparente, aderentissimo sul culo tondo, dove il perizoma terminava con un fiocco, esattamente nel punto dove finiva la schiena e partiva la riga del sedere. Ed infine il reggiseno, strettissimo, anch’esso color carne. Non solo strizzava le tette rendendole più voluminose, ma la stoffa che le copriva era molto ridotta, ed inoltre, 2 lacci partivano dal centro, tra i 2 seni e salivano verso le spalline, così il seno pressato, spingeva nello spazio scoperto tra il laccio ed il tessuto del reggiseno che a malapena arrivava a coprire il capezzolo.

“Wow… sei stupenda Gabry. Bellissima.” Gabriella si stava tenendo pudicamente le mani sul grembo, sentendosi terribilmente esposta, soprattutto adesso che Marco la guardava in quel modo famelico, decisamente poco professionale. “Cerca di essere rilassata, lasciati andare. Ora posizionati sul divano e iniziamo a scattare ok?”

Nella sala foto vi era un grande divano stile antico, in pelle marrone e con lunghi piedi in legno. Gabriella si sedette lì in modo decisamente rigido, a gambe strette e schiena dritta. Non si sentiva affatto a suo agio, e anzi il disagio era tale che stava cominciando a sentirsi male. Nonostante fosse mezza nuda il caldo era insopportabile, e la testa prese a girarle. Voleva terminare il prima possibile.

“Cerchiamo di sbrigarci… non mi sento molto bene.” A quelle parole Marco sorrise. Finalmente era quasi arrivato il momento. Allontanatosi dalla sua vista, poco prima, al momento di riempire i bicchieri per il brindisi aveva versato nel bicchiere di Gabriella una “polverina magica”, procurata da un amico, che commerciava in sostanze poco legali. Ora, la polverina aveva iniziato a fare effetto. Ormai riconosceva gli effetti sulle ragazze. Gabriella aveva uno sguardo vacuo, il volto rosso, ed un’espressione persa. Marco intanto fingeva di scattare foto, e dall’obiettivo le spiava i dettagli. Il cazzo cominciava a spingere.

“Bravissima Gabry, adesso stenditi sul divano, e allunga le braccia verso il piede del divano. Fai come ti dico, non preoccuparti, non sto fotografando il tuo volto. Brava, così.” Gabriella si stese sul divano anche se lo fece in modo goffo e rallentato. La testa gli girava sempre più, e non capiva il perché. Stesa di pancia sul divano allungò le braccia verso il piede di legno, poi si voltò verso Marco e non lo vide più. Dov’era finito? Basta, non reggeva più la situazione. SI sentiva male, e voleva andarsene. Fece per alzarsi dal divano ma non riuscì a farlo. Senti qualcosa di freddo che le teneva bloccate le mani, allungò la testa a sbirciare verso il basso e vide che aveva delle manette chiuse sui polsi, che passavano sotto il piede del pesante divano. Marco era stato rapidissimo. Non appena Gabriella si era distesa, le aveva legato le mani al piede del divano, con le manette precedentemente preparate. Ora finalmente poteva godersi la sua modella…

“Che succede. Non riesco a muovermi… Marcooo” Gabriella era confusa, stordita e spaventata. Sentiva caldo, le girava la testa, e adesso si trovava distesa sul divano di quel fotografo, vestita con un intimo impudico, e le braccia legate verso il basso.

Il corpo di quella ragazza disteso, lo stava velocemente portando ad uno stato di eccitazione estremo. Osservava la ragazza, con i suoi tacchi vertiginosi, le autoreggenti, il perizoma stretto e trasparente che le stringeva il culo tondo e la schiena inarcata nel vano tentativo di tirarsi su. Adesso, avrebbe dovuto continuare la recita e dire che le manette servivano per fare le foto, e che poi le chiavi non si trovavano, e far passare altro tempo, e intanto avvicinarsi alla ragazza, con carezze, lusinghe baci ecc. Insomma, fare la recita che altre volte aveva fatto con altre modelle che alla fine si erano lasciate scopare. Ma adesso non voleva aspettare. Adesso Marco guardando Gabriella distesa lì, più stordita di quanto pensava che la droga l’avrebbe resa, si sentiva colmo di libidine. Voleva scoparla adesso, senza cerimonie. Si tolse i pantaloni e le mutande. Il cazzo eretto puntò verso la sua vittima. Prese ad accarezzarle il culo tondo con mani fameliche, glielo massaggiò vigorosamente, e poi prese ad accarezzarla sulle cosce, e sulla schiena. “Che fai…?! Fermo Marco!”

“Tu vuoi guadagnarli tanti soldi?! Io ti farò guadagnare tanti soldi Gabry. 30 mila o forse 50 mila euro in un solo giorno.

Li vuoi guadagnare 50 mila euro Gabriella? Li vuoi?”

La ragazza confusa, e pressata da quelle insistenti domande rispose: “Si… li voglio… ma perché sono legata?”

“Tranquilla Grabry, vedrai che ti piacerà…” le afferrò il culo, la alzò e la fece mettere a pecora, con la testa poggiata sul bracciolo destro, verso il piede a cui era stata legata.

 “Fermooo” Gabriella cercava di opporsi, ma la droga era al culmine dell’effetto, e si sentiva la testa leggera, libera, vuota, nonostante la situazione. Così lei cercava di opporsi ma la testa poggiata sul bracciolo le donava un senso di tranquillità.
Il peggior fotografo che Gabriella potesse incontrare, si era posizionato dietro di lei, le baciava il sedere, lo leccava, le affondava le dita sul culo, sulle gambe. Poi, dopo averle allargato le gambe, le aveva scostato le mutandine e si era avvicinato col viso, a spiarle tra le cosce.
Quel ventre pudico, non depilato, abituato a pochi rapporti sessuali solo col suo fidanzato, adesso era completamente esposto alla vista di un quarantenne eccitato e sbavante. Ed infatti, infuocato dall’apertura delle cosce, e dalla fica ben in vista, Marco si mette comodo, sedendosi davanti la sua “sala giochi”, pronto a divertirsi. La fica di Gabry emana un buon profumo, che lo manda in estasi. Col viso si avvicina, alla fica, la osserva, la scruta. 

Gabriella, posizionata a pecora sul divano, e la testa poggiata sul braccio, col fotografo seduto dietro il culo nudo, tornò a preoccuparsi quando iniziò a sentire sulla sua vagina, il fiato caldo di Marco, e poi, inconfondibilmente disgustosa, la sua lingua che le cominciava a leccare il clitoride. Il clitoride, sotto la sua lingua, non abituato a tali pratiche, prese subito a diventare turgido, mentre con le dita, il fotografo si era insinuato tra le labbra strette della fica, stimolando le pareti e il punto G. 

Per Gabriella era un giorno di ovulazione, perché dalla sua fica, le dita fuoriuscivano bagnate, ed il fotografo interpretò, nella sua ignoranza, come un chiaro segno che la ragazza si stava divertendo.

“Mmm guarda come sei bagnata amore. Lo sapevo che sotto sotto eri una puttanella” disse, il fotografo ormai privo di ogni limite. Marco continuava a leccare e stimolare la fica di Gabriella con quelle gambe spalancate, fasciate dalle autoreggenti, e slanciate dai tacchi, che mai erano state vestite con quell’intimo osceno, e che adesso dava mostra di sè, come fosse una escort col cliente.
Il piacere stava cominciando ad insinuarsi anche su di lei, stimolata nella fica e ben leccata sul clitoride. Lo stordimento della droga stava iniziando a svanire, sostituito lentamente da un piacere fisico che le veniva forzatamente imposto. Gabriella stava cominciando a riacquistare lucidità, e con essa la drammaticità della situazione. Però, quando il piacere superò le sue resistenze, la ragazza fu sorprendentemente invasa dal godimento, e venne gemendo. La sua voce aveva un suono di soddisfazione ma insieme di disperazione, umiliazione e vergogna, lo stomaco si sollevava, le cosce tremavano, la sua fica si stringeva e si chiudeva intorno alle dita del fotografo, mentre un’ondata di piacere faceva tremare il suo corpo. Marco adesso era fuori controllo. Completamente stordito dall’eccitazione, non prestò neanche attenzione a quanto la ragazza fosse consenziente a quel rapporto. In queste situazioni, per evitare seri guai giudiziari, Marco decideva se fermarsi, nel caso in cui la ragazza fosse totalmente riluttante, o andare avanti se la ragazza si faceva coinvolgere.

 Ma stavolta, sorprendentemente eccitato da quella ragazzina dall’aria di santarella, assecondò solo i suoi istinti senza preoccuparsi di altro. Così appoggiò lentamente il cazzo ormai durissimo sulla sua fica.

“Noo ti prego… basta… non farlo ti prego non farlo. Non voglio. Non voglio.”

Assaporando la sensazione della sua carne morbida e bagnata contro la sua, il glande le divaricò lentamente le labbra della figa stretta.
Sentiva la resistenza di quelle pareti, ma erano ancora umide, ed entrò completamente. 

Cominciò a scoparla a pecora.
“Noo lasciami… LASCIAMIIII” Marco godeva di quello che stava facendo. Fissava quelle natiche che teneva aperte, il cazzo che scivolava dentro e fuori da quella pudica fica, guardando la sua schiena inarcata, con le braccia tese, legate al piede del divano. Gli occhi famelici del quarantenne vagavano su quella giovane schiena liscia e flessuosa, e chinando la testa di lato poteva osservare i piccoli seni nudi, che sobbalzavano tra la piccola stoffa del reggiseno e il laccio che lo adornava. 
Gabry piegata a pecora in tacchi e autoreggenti, penetrata dal suo fotografo, continuava a restare col viso quasi schiacciato contro il bracciolo in pelle. Iniziò a gemere, e ad avere il fiatone, per quanto facesse di tutto per farlo in modo sommesso. Quasi al culmine dell’eccitazione, Marco prese a schiaffeggiare quelle natiche tonde e candide. Gabriella prese i colpi improvvisi chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro, pervasa da molteplici sensazioni di umiliazione, dolore, tristezza, paura, ma anche inspiegabile piacere. 
Era il momento. Sfilando velocemente il cazzo da quella calda e stretta fica, Marco scese dal divano e posizionandosi davanti la sua modella, le eiaculò in faccia urlando:

 “Vengooo Gabriiii!”

Thomas T.

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