Le persone non capiscono cosa significa essere una bella ragazza. Tutti ti fissano costantemente, in qualsiasi luogo ti trovi a passeggiare. Marta era una bellissima ragazza, e le sue tette grandi erano la caratteristica più bella che aveva. Ovunque lei andasse, gli uomini prendevano a fissarle il seno. Lei era molto carina, aveva un fisico minuto, snello, con un bel sedere e due grosse tettone, che risaltavano ancor di più sul suo esile ed adolescenziale corpo. Da quando Marta aveva iniziato la fase dello sviluppo, aveva preso coscienza del fatto, che la sua vita sarebbe stata segnata da sguardi fissi e sorrisi, da parte di tutti. All’inizio Marta provò a nascondere il seno, con maglioni e giacche coprenti, ma la sua quinta era impossibile da nascondere. Si sentì depressa, e sconfortata dall’idea di essere vista solo come una tettona su cui sbavare. Cominciò a chiedere alla mamma di potersi sottoporre ad un intervento chirurgico per ridurre il seno. Ma la mamma le diceva che doveva essere orgogliosa del seno che aveva chiaramente ereditato da lei, e di sfoggiarlo con orgoglio. Infatti, la mamma di Marta, era una donna dal seno molto abbondante (come la sua quinta) che non perdeva occasione di mostrare con abiti stretti e scollati, ricevendo le attenzioni e i complimenti che tanto lei apprezzava.

“Mamma voglio quell’intervento al seno!”

“Marta ne abbiamo già parlato. Sei una ragazza bellissima, con due tette grosse e sode. Devi solo prenderti cura di loro, massaggiandole con della crema tonificante, se non vuoi che tra qualche anno, diventino due tette calanti.”

“Mamma, chi se ne frega della crema! Non capisci che sta diventando un incubo per me? Sembra che nessun uomo riesca a guardarmi negli occhi. Perfino i professori mi guardano il seno quando vado all’interrogazione.”

“E allora? Sai quante ragazze della tua età vorrebbero essere ammirate come te? Goditi la gioventù e quel corpo che ho creato. Anzi, adesso per metterti di buon umore ce ne andiamo a fare un po’ di shopping, così compriamo qualche bel vestitino scollato e ti decidi a buttare tutti quei vestiti accollati che hai.”

“Io non sono come te mamma! Io non le voglio queste tette. Sono pesanti, la schiena mi fa male.”

“Non le odierai quando t’innamorerai di un ragazzo, e lui non vedrà l’ora di saltarti addosso e toccare queste belle tette. Lo adorerai.”

“Smettila di dire cazzate ma.”

“Oh, come siamo di cattivo umore. L’adolescenza è un’età difficile. Lascia che la natura faccia il suo corso e goditi questi anni. Sono sicura che non appena troverai la persona giusta, che ti fa star bene, apprezzerai anche il tuo corpo e tutto ciò che ti farà provare. A proposito, perché non inviti qualcuno a casa, io stasera esco, e tu potresti approfittare della casa libera e della piscina. Forza figlia mia, divertiti un po’. Dove la trovi una madre più permissiva di me? Sei piena di fortune e non te ne rendi conto.”

Marta restò in silenzio qualche secondo, pensando alle ultime parole che le aveva detto la mamma. “Si hai ragione. Forse stasera inviterò a casa Davide.”

“Quel ragazzo con cui stai uscendo? Bene potrebbe essere la serata giusta per…”

“Smettila” la interruppe Marta ” siamo usciti insieme solo 3 volte e non ci siamo ancora baciati”

“E cosa aspettate? Ora vado. Farò tardi a lavoro. Ciao, divertiti.

“Ciao mamma. A dopo”

Marta salì in camera sua, si fermò davanti al suo specchio e contemplò il suo corpo. Restò anche lei, come facevano tutti gli uomini, a fissare le sue tette troppo grandi, riflettendo su ciò che le aveva detto la mamma. Forse era vero che doveva iniziare a lasciarsi andare e vivere il suo bel corpo in un modo più sereno. Uscì dalla stanza, andò nella camera della madre e tornò, riposizionandosi davanti lo specchio.

Si tolse la maglia del pigiama restando a seno nudo, e iniziò a spalmarsi sulle tette la crema che aveva preso in camera della mamma. Esegui l’operazione continuando a fissarsi allo specchio, osservando come le dita che percorrevano il seno, quasi non riuscissero ad affondare nella carne, tanto erano sode le sue tette.

 La sua porta era semiaperta quando si accorse che suo fratello minore la fissava con la bocca spalancata. “Carlo! Smettila di fissarmi.” 

“Wow, hai un corpo fantastico. Merda, le tue tette sono gigantesche.” 

“Vaffanculo Carlo!” disse Marta coprendosi il seno con le mani.

“Scusa è che… lo so che siamo fratelli, ma le tue tette sono troppo belle e non riesco a trattenermi.”

“Lo so. Odio il mio seno. Sembra che tutti impazziscano quando le vedono”

 “Mi piacerebbe toccarle Potrei?”

 “No. Tu sei mio fratello.” 

Carlo era più piccolo della sorella di quasi 2 anni, ma a differenza di Marta, Carlo era molto attivo in campo sentimentale. Non era un bel ragazzo, aveva un aspetto normale, ma la sua intraprendenza e la faccia tosta riusciva a colpire le ragazze su cui metteva gli occhi.

“Allora! Lascia che ti faccia un massaggio. Ti ho visto metterti la crema sulle tette. Potrei farti un bel massaggio. La mamma non è qui, siamo solo io e te.”

 “Mi sembra un’idea del cazzo. Non pensi che sarebbe strano?”

 “Sei nuda e parli con me. Voglio farti un massaggio. Fammi sentire il tuo seno. È una cosa che desidero da tanto e poi anche tu potresti provare cosa si prova ad avere due mani maschili addosso. Lo so che non ti sei fatta toccare più da nessuno da quando ti sei lasciata col tuo ex, 2 anni fa…”

Marta arrossì. Aveva perso la verginità a 15 anni col suo unico fidanzato, quello con cui Marta pensava di creare una famiglia, a cui aveva concesso il suo corpo per la prima volta, e che invece si era rivelato un gran schifoso, tradendola con la sua migliore amica. Da allora Marta non aveva più avuto rapporti sessuali, troppo delusa per la sua storia d’amore finita male. Ma la sua castità cominciava ad essere davvero molto lunga.

“E tu che ne sai da quanto tempo non mi facci toccare da un ragazzo?” chiese irritata.

“Ti ho sentita l’altra volta che lo dicevi a Lucia, la tua amica, ho ascoltato per sbaglio passando dietro la porta della tua stanza…”

“Adesso ti metti ad origliare anche quando parlo a telefono!?”

“In realtà mi ero affacciato sperando di beccarti nel momento in cui ti cambiavi, e invece parlavi a telefono…”

“Sei davvero fissato col mi corpo, vero?”

“Sì… e non sai da quanto. Non sai quanto è difficile vivere in casa con te e non poterti toccare, perché sei mia sorella. Lascia che ti accarezzi solo una volta. Magari, toccandoti questa fissazione scomparirà e riuscirei finalmente a vederti solo come una sorella.”

“Non mi sembra una buona idea Carlo…”

“Ma dai, solo una volta. Non lo dirò a nessuno. Te lo giuro!” 

 “Non lo so… sarebbe sbagliato. Tu sei mio fratello.” 

“Lo so ma è solo per una volta. E poi potrebbe essere utile anche a te. Insomma, sentire cosa si prova ad avere di nuovo due mani maschili addosso. E magari la cosa ti potrebbe far sentire più a tuo agio con i ragazzi. Meno rigida”

Marta ripensò a quello che le aveva detto la mamma, e ora anche suo fratello la invitava a sentirsi più libera col suo corpo. Anche se Carlo lo faceva per un suo interesse personale.

“Dai Marta, è solo per qualche secondo. Si tratta solo di qualche carezza. E se vedi che la cosa t’infastidisce troppo, mi fermo subito.”

“Va bene. Chiudi la porta. Non vorrei che mamma ci vedesse insieme.” Carlo esultò facendo un salto. Era incredulo ed eccitato. Sua sorella aveva detto di sì. 

Carlo chiuse la porta, mentre la sorella si distese sul suo letto.

Marta era in fortissimo imbarazzo. Continuava a tenersi il seno con le mani e con le braccia, coprendosi come poteva, anche se ormai, visto l’accordo preso col fratello, era del tutto inutile.

Carlo si avvicina al letto dove era distesa la sorella, pronto per metterle le mani addosso.

“Finalmente potrò toccare queste meraviglie. Dai, apri le braccia…”

“Solo qualche carezza…” e così dicendo Marta si scopri il seno, su cui il fratello minore poggiò prima lo sguardo e poi le mani.

“Dio mio che tette stupende” Carlo spalancò le mani afferrando entrambe le tette, ma non riuscì a coprirle tutte col palmo, perché erano troppo grandi.

Carlo iniziò a massaggiarle delicatamente, anche se avrebbe subito voluto strizzarle e leccarle, ma si trattenne, timoroso di urtare la sorella. Carlo si godeva quel momento magico tante volte sognato, accarezzando e massaggiando la quinta di sua sorella, mentre Marta restava stesa, quasi immobile, con le mani a coprirsi il volto. Carlo temeva che Marta lo avrebbe fermato da un momento all’altro, eppure lui continuava a toccare e Marta non dava segni di fastidio, così si fece più azzardato: avvicinò la bocca al capezzolo e prese a leccarlo. Non appena la lingua toccò il capezzolo, Marta respirò profondamente, sorpresa da quella sensazione sul suo seno. Il suo corpo stava reagendo, dopo più di un anno di totale astinenza. Il capezzolo nella sua bocca, s’inturgidì, e Carlo, non essendo uno sprovveduto, capì che la sorella stava iniziando a provare piacere, da quel tocco “fraterno” e proibito. Marco leccava quel capezzolo turgido tenendo il seno strizzato con una mano, mentre con l’altra mano stuzzicava l’altro capezzolo. Voleva far godere sua sorella, voleva lasciarla andare, e ci stava riuscendo. Adesso sua sorella non si tratteneva più, i suoi sospiri si facevano più accelerati e profondi. Dopo tanti mesi di astinenza, il corpo di Marta stava rispondendo agli stimoli e si stava abbandonando ai naturali impulsi sessuali. Per quanto Marta si era ripromessa di concedere solo qualche carezza a suo fratello minore, non si oppose, quando sentì la mano di Marco lasciare il capezzolo destro per spostarsi verso il basso; la mano s’infilò tra l’elastico del pantalone del pigiama e il ventre, dentro le mutandine di pizzo rosa, e sentì il dito medio di suo fratello insinuarsi nella fica, e trovarla completamente bagnata.

Marta gemette inarcando la schiena, allargando le braccia, afferrando il materasso e scoprendosi finalmente il volto. Stava abbandonando il suo pudore.

Da quando sibera stesa sul letto, Marta guardò per la prima volta suo fratello, che sorrideva soddisfatto e la osservava eccitato. Marco prese a muovere il dito nella fica della sorella, tenendo l’altra mano afferrata al seno, col pollice che roteava sul capezzolo turgido, come se muovesse il joystick della sua play. 

“Aaaahh” gemette Marta.

“Da quanto tempo non godevi così, e sorellona?”

Marta non rispose e girò il volto di lato per non incrociare lo sguardo di Marco. Nonostante tutto Marta si vergognava a mostrare il suo volto eccitato al fratello. Voleva ancora mantenere un minimo di controllo sulla situazione.

Ma Marco voleva mandare la sorella fuori di testa. Afferro il seno sinistro, si attaccò al capezzolo, leccando avidamente, mentre nella fica della sorellina infilò anche il dito indice, e prese e muovere le dita freneticamente spingendo sul punto G.

“Aahhh… noo” Marta iniziò a gemere. I suoi capezzoli sensibili e la sua fica sempre più bagnata le stavano facendo perdere ogni tipo di controllo.

Il piacere, che non provava da tempo si stava impossessando di lei. Stava quasi per raggiungere il culmine del piacere. Gemeva e stava per venire quando Marco si distacca da lei improvvisamente.

Marta lo guarda perplessa, il fratello si toglie il pantaloncino, scoprendo un cazzo duro e venoso e le dice: “Adesso sei pronta per farti scopare da tuo fratello.”

Thomas T.

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